Bang: sparati la poesia!
Come avrete saputo leggendo le ultime news della nostra rivista, generAzione è reduce da uno splendido viaggio in Umbria − a Città di Castello − dove è stata invitata come ospite alla prima edizione di CaLibro, festival di letture. Ebbene, cosa avremo ancora da raccontarvi di questa splendida tre giorni che non sapete già? Ce n’è ancora, e parecchio, soprattutto riguardo alla poesia.
Se “Sparati un libro” era lo slogan ufficiale del festival, “sparati la poesia” potrebbe essere quello che riassume lo spazio che è stato dedicato ai versi e, soprattutto, l’effetto che questi hanno suscitato (“Sparati una poesia” era invece il titolo di uno degli eventi). Sono stati due gli eventi con protagonista la poesia, entrambi sabato 30 marzo: Occupy Poesia e il Poetry Slam. Il primo, Occupy Poesia, doveva svolgersi ai Giardini del Cassero, con un accampamento di tende dentro alle quali un lettore leggeva un poeta diverso; ma la pioggia e l’umidità per una volta hanno dato una mano costringendo gli organizzatori a “ripiegare” sul Teatro degli Illuminati. Il risultato è stato davvero notevole: i quattro ordini di palchi del teatro erano aperti e, dentro a ognuno, un lettore leggeva le poesie di un autore moderno o del passato. Si è creata subito un’atmosfera intensa: luci soffuse, piccoli ambienti accoglienti aperti sulla platea e, dai vari palchi, bisbiglii di poesie diverse, con tanta gente presente ad ascoltarle (così tanta che alla fine dell’evento, durato dalle 10 alle 13.30, c’erano ancora delle persone che volevano entrare). Il repertorio dei poeti presenti era davvero vasto: da quelli più famosi come Alda Merini, Jacques Prévert, Costantino Kavafis o Pablo Neruda a quelli che forse consideriamo di meno, come per esempio Gianni Rodari; per non parlare poi di Orazio, un vero e proprio outsider letto da un ragazzo che se l’era tradotto dal latino. È stato davvero uno spettacolo, anche se un po’ insolito per un teatro: per una volta, non c’erano attori a recitare sul palcoscenico ma tanti lettori − gente comune − a leggere poesie; soprattutto, tanta gente ad ascoltare e a farsi occupare la mente dai versi.
Il secondo evento dedicato alla poesia si è invece svolto di sera, alle 22: il Caffè dell’Accademia è stato il teatro della sfida del Poetry Slam: sparati una poesia. Sul “ring” si sono affrontati, a colpi di versi, 8 tra i migliori poeti italiani in circolazione: Guido Catalano, Fabio Donalisio, Jacopo Falchi, Rosaria Lo Russo, San Luca, Marco Simonelli, Sergio Garau e Francesco Targhetta, moderati da uno scoppiettante Christian Raimo. Ognuno dei concorrenti aveva tre minuti per leggere le proprie poesie, edite ma anche scritte per l’occasione: inizialmente divisi in due gironi, e sottoposti all’inappellabile verdetto di una vera giuria popolare estratta a sorte, i poeti si sono sfidati senza risparmiarsi. I temi delle loro poesie sono stati anche qui i più vari: da quelli civili, fatti di dure accuse giocate sull’ironia, a quelli più leggeri, incentrati sui resoconti del quotidiano. E anche lo spettacolo è stato notevole, con delle vere e proprie performance coinvolgenti. Peraltro, si è trattato anche di un interessante interscambio tra poeti, perché a quelli provenienti da altre regioni (e magari più conosciuti) si sono mescolati anche due autori originari di Città di Castello. Per la cronaca, il vincitore è stato Francesco Targhetta che si è aggiudicato un tartufo. Ma il dato più importante è stato nuovamente la grandissima partecipazione di pubblico.
Proprio questa grande partecipazione è il dato su cui riflettere: tutti gli eventi del festival erano a ingresso gratuito, e questo attira sempre, ma si trattava pur sempre del weekend di Pasqua, di un fine settimana piovoso e di una città fuori dai soliti circuiti culturali. Inoltre, CaLibro era alla sua prima edizione e quindi mancava del grande richiamo che altre rassegne esistenti da più tempo hanno. Eppure, la gente c’era, ed era tanta. E non pochi sono stati quelli, anche tra gli ospiti invitati a parlare, a complimentarsi per essere stati “costretti” a un pomeriggio di Pasqua diverso dal solito. Al di fuori di ogni retorica e di ogni pretesa di voler dare un giudizio, proprio questa partecipazione di tanta gente comune è quello che fa capire in modo immediato il bisogno che la gente sente di cultura e di poesia. Non è questo lo spazio adatto per approfondire i perché di tale bisogno, anche perché rischieremmo di dare una visione univoca e troppo ristretta: ma forse è ora di prenderne atto, e dare finalmente qualche risposta simile a quelle che ci ha saputo dare CaLibro.
ho provato l’ebrezza di una poetry slam quando lavoravo al festival di letteratura internaz. a Berlino ed è stato… meraviglia purA!
vi capisco!!!
In più sono convinta che abbiate dato un ottimo esempio di letteratura giovanile militante e che abbiate anche imparato tanto in quelle ore di Poesia!
Avanti tutta, raghi!
Noi l’abbiamo provato per la prima volta e ci è piaciuto assai.
Militanza mode: on.