Al di la’ del check point
Mentre il sole risplende scaldando l’asfalto, la tua macchina improvvisamente viene fatta arrestare. Un militare, con un mitra in mano più grande di lui, ti chiede passaporto, nazionalità e ti pone mille altre domande, prima di farti passare. Se ti fa passare. Nel mio caso rappresenta un ostacolo all’ andare oltre, verso i Territori palestinesi, ma ci siamo mai fermati a riflettere su quanti check point dobbiamo affrontare nella nostra vita?A quanto sia una metafora più che mai attuale, visti gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei nostri sogni? Tutti abbiamo di fronte un check point. L’importante è non arrendersi, ma fare di tutto per andare oltre. Sempre. Questa rubrica vuole essere non un semplice diario di viaggio, ma una testimonianza delle gioie, ma anche delle difficoltà che affronto quotidianamente per seguire il mio fuoco sacro interiore: quello del giornalismo. Sulle orme di Tiziano Terzani, Oriana Fallaci e Ilaria Alpi.
Alessandro Belotti (bio)
Scrivere una biografia, seppur breve, è un’operazione ad alto rischio di vanagloria. Per non parlare delle aspettative che quest’ultima insinua nel potenziale lettore: più la biografia è lunga e più l’oggetto della stessa sarà interessante?non sempre questo è vero. Quindi, per non tediare il mio gentile lettore, la ridurrò all’osso: cerco di fare il giornalista e di farlo nel modo più corretto, obiettivo e indipendente che questa tanto vituperata quanto affascinante professione in decadenza consenta. Attualmente scrivo per il quotidiano locale della mia città, L’Eco di Bergamo, faccio reportage televisivi in Israele e Palestina per Telepace e ho lavorato per LifeGate Radio, la radio che , oltre a trasmettere ottima musica, si dà un gran da fare per promuovere stili di vita corretti e sostenibili. Al Festival della Letteratura di Mantova ho conosciuto dei ragazzi che come (e più di) me avevano il talento e la passione per la scrittura: finalmente, mi sono detto!Ed eccomi qui, a raccontarvi di questa terra martoriata, sempre avido di storie, tampinando, taccuino e microfono alla mano, personaggi illustri e non, con domande in cinque lingue diverse, facendo ovviamente del sano quanto vitale sincretismo tra le stesse. Moleskine, taccuino del supermercato da pochi euro, fogli sparsi, scontrini, segnalibri della biblioteca: ho scritto praticamente su qualsiasi supporto cartaceo mi capitasse sottomano. Ma non è l’oggetto in sé a essere importante, sono le parole che scriviamo a renderlo unico e prezioso. E anche qui, su generAzione rivista, dove di cartaceo non c’è nulla, sono le parole a farla da padrone: e con queste cercherò periodicamente di farvi vedere ciò che vedono i miei occhi. Insciallah.
1) La street art ebraica e araba / on air: 21 marzo 2011
2) Jerusalem here i am / on air: 28 marzo 2011
3) Mai più Masada cadrà / on air: 4 aprile 2011
4) Iqrit, il villaggio fantasma / on air: 11 aprile 2011
5) Intervista a Lamis Andoni, giornalista palestinese di Al Jazeera / on air: 9 maggio 2011
6) I papaveri rossi del Golan / on air: 16 maggio 2011
7) The Wall, il checkpoint attraversato a piedi / on air: 24 maggio 2011
8) Un giovane soldato israeliano si racconta / on air: 30 giugno 2011
9) Il kibbutz, un sogno diventato realtà / on air: 15 luglio 2011
si parte il 21 marzo. ON AIR!
Non perdetevelo!!!!!!!
Come scrive Alessandro!!!Termini esaurienti e spontanei che mi trasmettono sensazioni nell’animo,pensieri di condivisione;e quell’Insciallah finale che non ricorda solo Oriana,ma la spiritualità che dovrebbe unire gli Uomini in quanto tali. Grazie,Alessandro!
Genuino e Vero. Grazie Alessandro!
Shukan a voi, davvero. Le vostre parole mi hanno fatto molto piacere, anche perché denotano una sensibilità e un’attenzione verso questa terra davvero speciale. Nelle ultime ore, come saprete, ci sono stati avvenimenti sanguinosi in Israele che hanno provocato un’ondata di tensione e malessere molto contagiosa, anche per chi vive qui come ospite. Le vostre parole, però, hanno avuto la preziosità non solo di rallegrarmi ma di darmi un’ulteriore spinta non solo verso la voglia di raccontare, ma anche di non perdere la speranza che questi odii atavici possano un giorno avere fine. Grazie ancora!
siamo tutti con te Ale.
Prego di nulla.
E… occhi aperti!