Abbiamo #parlatodilibri con Roberto Cerati (Einaudi)

Nel 2012 avevamo pensato e dato vita, assieme al giornalista Antonio Prenna, a un’iniziativa che doveva idealmente diventare un evento del Salone del Libro di Torino. E un tweetbook prima che esistessero i tweetbook.
Per varie vicissitudini la cosa non si riuscì a concludere e noi abbiamo tenuto chili e chili di materiale interessantissimo dedicato all’editoria. Alcune interviste ci fanno sorridere, perché hanno quel sapore di passato recente che, però, crea un grande abisso rispetto al 2014. Altre ci fanno riflettere, perché non è cambiato nulla in quasi 730 giorni.
Tenere tutto nei nostri pc non aveva senso, queste parole sono vostre, sono della cultura italiana, sono dell’editoria vera, che lavora, che s’impegna.
Sono tutte molto brevi, dovute alla necessità di essere contenute nei 140 caratteri di Twitter, com’era nel progetto iniziale.

Buona lettura.

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Roberto Cerati#parliamodilibri con Roberto Cerati, presidente della casa editrice Einaudi*

 

Qual è il senso, oggi, di fare un libro? Lo considerate un prodotto come gli altri oppure come qualcosa di diverso?

Possiamo considerarlo, ai fini del mercato, uguale a una merce, ma è assolutamente diverso. Il discorso è lungo da sviluppare, ma al concetto di ‘diverso’ arriveremmo comunque.

 

Ad un recente convegno sull’editoria a Milano è stato detto che si stampano in media 161 nuovi libri ogni giorno; perché si stampa così tanto? Non c’è il rischio, a lungo andare, di perdite economiche irreversibili?

Non so se sono 161 o un po’ meno; comunque sono troppi perché la nostra cultura del leggere è molto esile e mal avviata nella scolarità del Paese.

 

Al di là della questione e-book, che modifica principalmente la fruizione, non pensate che il libro debba farsi multimediale? Mi spiego: internet ormai ci coinvolge direttamente in prima persona, rende protagonisti, elimina le gerarchie ed il confine tra autore e spettatore.

Libro e-book e libro di carta convivranno; avranno lettori comuni o diversificati. Quello che alla fine conta è quale sarà il contenuto e quale la fruizione.

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*Roberto Cerati era una figura quasi mitica del panorama editoriale italiano: entrato in Einaudi nel 1945 come strillone, fu a lungo direttore commerciale della casa editrice al fianco di Giulio Einaudi, lavorando con alcune delle più importanti figure del panorama culturale italiano del ‘900. Presidente onorario dello Struzzo, è scomparso nel novembre 2013 a 90 anni. Questa breve intervista, poche parole ma chiare e precise, è stata fatta nel 2012 da Iuri Moscardi.

 

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