L’allievo del male: ebrei e nazisti nel romanzo di Enrico Tirotto

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Due ragazzi inseparabili, due grandi amici: Felix Bauer e Daniel Michol. Loro condividono tutto, dalla scuola al divertimento, le loro passioni, e i loro più grandi segreti.
Sono molto diversi, come vita e storia personale: Felix è il figlio di un ufficiale nazista gravemente affetto da poliomelite, costretto per le sue condizioni di salute a stare su una sedia a rotelle, e non ha grandi possibilità di rimanere in vita a lungo. Daniel è ebreo.

Vivono a Monaco e ci troviamo nel 1939: inizia per la famiglia di Daniel il terrore di essere scoperti e di non salvarsi. Un giorno, tornando a casa dalla festa di compleanno di Felix, Daniel troverà la sua casa sottosopra e capirà in fretta che la sua famiglia è in mano ai nazisti. Il ragazzo, rassegnatosi al peggio, verrà invece aiutato dall’amico che gli procurerà un’insolita e coraggiosa via di scampo.
E così, in un gioco di scambi,
Felix, ricevuta da poco una lettera di conferma dalla scuola per diventare membri delle SS, chiederà a Daniel di prendere le sue generalità e di infiltrarsi al suo posto nella scuola. Un ragazzo ebreo, con falso nome, si spaccerà per un ragazzo ariano con l’unico obiettivo di poter salvare altri ebrei.

Una storia di paura, speranza e coraggio, una storia raccontata da Enrico Tirotto, uno dei momenti più tristi e spaventosi della storia dell’uomo. L’autore riesce, attraverso un metodo innovativo e originale, a raccontarci l’orrore dell’Olocausto attraverso Daniel, non all’interno dei campi di concentramento ma tramite il punto di vista di un ragazzo esterno che vuole salvare la sua famiglia da quell’abominio. Conosceremo i pensieri perversi, l’odio profondo e razziale dei nazisti all’inizio del progetto Mauthausen. Un romanzo che scuote e che ghiaccia il sangue nelle vene. E capita sempre con queste vicende.
Una lettura che ci rende impossibile distogliere gli occhi dalle pagine, con l’ansia di sapere se Daniel riuscirà a completare la sua opera. Stupendo aspetto del romanzo è l’amicizia tra i due ragazzi, riesce a farci sperare che forse uno spiraglio di luce in un mondo così crudele ancora esiste.
Una lettura come poche, che vi ricorderà sicuramente i sentimenti e le tragedie umane de Il diario di Anna Frank, Se questo è un uomo di Primo Levi oppure Il bambino  con il pigiama a righe di John Boyne. Romanzi che è quasi obbligatorio avere in libreria per fare in modo che la storia non si ripeta.
Lettura sì complessa e dolorosa, ma che ci aiuta a comprendere meglio le ingiustizie avvenute (se ancora qualcuno non le conoscesse) e che non dovranno succedere mai più. 

L’allievo del male è edito da Sensoinverso Edizioni e potete acquistarlo per 11 euro da qui.

Enrico Tirotto nasce a Prato nel 1963. Dopo aver terminato gli studi si dedica alla libera professione. Attualmente risiede a Sennori (Sassari), dove esercita la professione di imprenditore. Ha già pubblicato i romanzi “A testa in giù ” e “Daisho”.

Abbiamo recensito questo libro anche su aNobii! Se siete anche voi nella famosa libreria virtuale aggiungeteci! www.anobii.com/genrivista/books

Comments
3 Responses to “L’allievo del male: ebrei e nazisti nel romanzo di Enrico Tirotto”
  1. tramedipensieri ha detto:

    Avevo letto qualcosa di simile: l’amicizia di due ragazzi nell’epoca della germania nazista….”L’amico ritrovato” di U. Fred —>http://www.ibs.it/code/9788807810541/uhlman-fred/amico-ritrovato.html
    Un racconto che mi ha commosso davvero…
    Immagino che anche questo sia dello stesso tenore….e, in ogni caso, da leggere.

    Grazie
    .marta

  2. massimo ha detto:

    non vorrei rovinare la lettura a chi deve ancora apprezzare questo bel libro quindi SPOILER ALERT.

    ho apprezzato il livello di introspezione psicologica descritto nel romanzo, ma devo dire che mi sarebbe piaciuto di più un “brutto finale”, con una progressiva inarrestabile caduta del protagonista nel baratro dell’olocausto come protagonista E carnefice. questo, a mio avviso, lasciava presagire la prima parte del romanzo.

    invece “finisce bene”.

    peccato.

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