L’uomo dai capelli bianchi
UN INEDITO DI ANDREA BOLDRIN
L’uomo dai capelli bianchi riportati in un lato, sulla sessantina, sta in piedi sotto una tettoia aspettando che smetta di piovere.
Tira fuori dalla tasca della sua giacca un pacchetto di MS morbide e se ne mette in bocca una.
Aspira una lunga boccata sentendo il sapore del tabacco scendergli fino a giù nella gola.
Il suo medico gli aveva detto di smettere ma fumare era ormai il suo unico vizio.
Le sirene dell’ambulanza e la corsa in ospedale vent’anni prima gli avevano tolto la voglia di continuare a bere.
Quell’uomo alto e magro dai capelli bianchi sta in piedi coperto da una piccola tettoia e guarda avanti la pioggia scendere.
Pensa che anche quest’anno mancherà. Anche quest’anno come l’anno scorso e come due anni prima non ci sarà. Non potrà sentirsi chiamare “nonno” dai suoi nipotini.
Quell’uomo dai capelli bianchi e i denti ingialliti dal fumo anni fa era sposato. Poi tutto è andato a puttane.
L’uomo stringe tra le dita il filtro della sigaretta e pensa a come le cose di colpo possono cambiare. Un buon lavoro. Una bella casa. Una vita ragionevole.
Poi d’un tratto niente è più come prima.
Lo sfratto. Il divorzio. Il lavoro.
L’uomo con in mano una sigaretta guarda i lampioni accesi davanti a lui e pensa.
Pensa a come è precipitata la sua vita.
Pensa per quanto tempo ancora ne dovrà pagare le conseguenze.
Pensa che non è stato un buon padre.
Che non è stato un buon marito.
Quell’uomo, alto e magro, dall’aria buona si fa i conti in tasca.
Pensa che gli mancano tre anni alla pensione.
Se è vera quella storia che ha sentito alla tele fra tre anni gli spetterebbero mille euro di pensione.
L’ha calcolato.
Se la storia che ha sentito è vera le cose cambieranno. Ne è certo.
Pensa che anche questo mese i soldi da mandare alla sua ex moglie sono molto pochi.
Pensa che chiamerà lui quando smetterà di piovere e potrà tornare a casa.
Chiamerà anche se non ci sono molte cose da dire.
Mentre la pioggia continua a scendere l’uomo dall’aria buona riflette sul quando.
Pensa a metà gennaio. Si a metà gennaio, per qualche giorno, andrà a trovare i suoi.
L’uomo fa l’ultimo tiro di sigaretta prima di lanciarla dentro una pozzanghera poco più in là.
Si mette le mani in tasca e continua a pensare.
Pensa a quando un po’ più di vent’anni fa andò con suo figlio in montagna.
Gli occhiali da sole Rayban, il maglioncino grigio chiaro ed i pantaloni di velluto marroni a zampa.
Era il 1989.
Sorride l’uomo a pensarci.
Si erano divertiti come quando tutti insieme andarono con la vecchia A112 arancione in gita al lago.
Nel 1992 quando fumava ancora le Camel.
Come quella volta che andarono a vedere l’expo delle automobili da corsa.
Le pose di suo figlio. I suoi scatti con la Canon.
Era il 1993 o 94 ed all’epoca c’erano i rullini.
Poi, quello che a pensarci fa male lo stomaco.
Ora i suoi due figli sono cresciuti. I sorrisi sono diminuiti con il tempo e la distanza.
Ma riflettendoci non sono poi spariti.
L’uomo dall’aria buona si sposta il ciuffo che gli sta scivolando tra le rughe della fronte.
Pensa che dovrà comprare le sigarette ed una ricarica.
Che deve fare i regali ai nipotini. Ha intenzione di comprare due grosse macchinette giocattolo.
Pensa che sono gli unici giocattoli che sarebbe in grado di comprare.
Quell’uomo sulla sessantina non segue da parecchi anni l’andazzo giovanile.
Ora la pioggia è diminuita.
Le punte delle sue scarpe rimaste fuori dalla tettoia sono zuppe.
L’uomo con le scarpe zuppe d’acqua e le mani in tasca cammina a passo veloce cercando di bagnarsi il meno possibile.
Pensa che ha sempre detestato gli ombrelli. Preferisce la testa bagnata ad un ombrello.
Suo figlio è della stessa idea, più o meno.
ebbravo Andrea! Hai parecchie preferenze! Ottimo esordio!
Grazie Cler!
fatti sentire ;)
vi manderò a breve il pezzo per il prossimo numero..
Manda manda…
per non ripetermi scriverei…”niente di che”…ma non sarebbe vero…quindi mi ripeto volentieri… bellissimo andre!!!
federica!
Fenomenale
Grazie a nome nostro e dell’autore :)